In programma un Piano nazionale di transizione ecologica per le Regioni a vocazione zootecnica
Un patto tra Coldiretti e Regioni per ridurre l’inquinamento da polveri sottili promuovendo progetti di economia circolare da inserire nel Recovery Plan e in un piano nazionale per la transizione ecologica. È il risultato dell’incontro tra il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e gli assessori regionali all’Agricoltura e all’Ambiente dei territori del Bacino Padano per valorizzare il ruolo delle campagne e degli allevamenti nella lotta allo smog, dopo il deferimento dell’Italia da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto dei valori limite di sostanze inquinanti, che rischia di tradursi in pesanti sanzioni economiche.
Al summit hanno preso parte, insieme al segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo, gli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi e Irene Priolo, insieme agli omologhi di Lombardia, Piemonte e Veneto e ai presidenti regionali della Coldiretti dei territori interessati. A moderare, il capo area Ambiente della Coldiretti Stefano Masini. Si è trattato di un incontro che ha dato risultati di rilievo, festeggiati con soddisfazione da Coldiretti Piacenza.
«L’agricoltura italiana contribuisce per appena il 7% alle emissioni inquinanti, ma ci sono margini per rendere i nostri allevamenti ancora più green attraverso lo sviluppo del biometano, con impianti in grado di produrre energia pulita dalle deiezioni degli animali e fertilizzanti naturali per le produzioni biologiche e tradizionali, in un’ottica di economia circolare» afferma Ugo Agnelli, presidente di Coldiretti Piacenza, che ha accolto con grande interesse la proposta, emersa da Coldiretti proprio durante il summit, di elaborare un Piano di sviluppo nazionale di transizione ecologica per le Regioni a vocazione zootecnica. «Un progetto di grande rilevanza per aiutare le imprese ad acquistare i macchinari – commenta Agnelli – e raggiungere un posizionamento comune che garantisca adeguata attenzione nel Recovery Plan”.
«La richiesta della Coldiretti è di incentivare l’impiego di macchinari che consentano di migliorare le modalità di utilizzazione agronomica dei liquami per la fertilizzazione dei campi – spiega Agnelli – ai fini delle attività di iniezione diretta, interramento e distribuzione a bassa pressione dei reflui zootecnici, nonché l’adozione di dispositivi per la copertura di vasche di stoccaggio. Le emissioni di ammoniaca del comparto zootecnico dipendono, infatti, per il 70% proprio dallo stoccaggio e dallo spandimento dei reflui e digestati». Un impegno, quello in direzione della tutela ambientale, che per Coldiretti è sempre più indispensabile per l’attività delle aziende agricole: «Dobbiamo mettere in campo gli strumenti necessari per aiutare tutte le aziende, a prescindere dalle dimensioni, per affrontare il processo di innovazione e di maggiore sostenibilità» aggiunge Agnelli nel ricordare che l’agricoltura del Bacino Padano riveste un ruolo fondamentale per il Made in Italy agroalimentare, dalla produzione delle Dop più note all’export, fino all’impatto occupazionale.
«Ci sono tutte le condizioni per trasformare un problema in un’opportunità, agendo nel solco dell’economia circolare – conclude il presidente Agnelli – ma occorre un maggiore coordinamento tra le regioni per armonizzare le misure e farle convergere verso l’obiettivo più opportuno».