“Quest’operazione restituisce al nostro territorio un marchio storico. Siamo molto soddisfatti”. Così il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti commenta l’acquisizione del marchio De Rica da parte del Consorzio Casalasco del Pomodoro.
Torna quindi “a casa” lo storico marchio che venne creato agli inizi degli anni Sessanta proprio nelle campagne piacentine dall’industria ICA.
Secondo Crotti, l’acquisizione “realizza una svolta nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che vede direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi. Si tratta – aggiunge il presidente di Coldiretti Piacenza – di un’operazione importante e di grande significato per Piacenza, nella direzione di aumentare il valore del nostro pomodoro esaltandone i tratti distintivi. Investire sul valore del pomodoro – afferma Crotti - è fondamentale per garantire un reddito adeguato ai produttori”.
Nasce quindi il gigante italiano del pomodoro che ora, con i marchi Pomì e De Rica, è la prima filiera italiana nella coltivazione e trasformazione in polpe, passate e concentrati che permette alle 550.000 tonnellate di pomodoro fresco raccolto esclusivamente in Italia di essere trasformato ed esportato in 60 Paesi nel mondo.
Il Consorzio Casalasco del Pomodoro conta su 370 aziende agricole associate che coltivano 7.000 ettari di terreno dislocati nella pianura Padana tra le province di Cremona (dove ha sede a Rivarolo del Re), Parma, Piacenza e Mantova con tre stabilimenti. A Piacenza il Consorzio è rappresentato nello stabilimento Arp di Gariga di Podenzano.
E’ importante sottolineare come quest’operazione inverta la tendenza nell’agroalimentare italiano con ben tre marchi storici su quattro che sono finiti all’estero con la perdita di autonomia e di competitività sui mercati internazionali in uno dei settori strategici del “Made in Italy”. Gli italiani consumano in media all’anno 35 chili di pomodoro in conserva tra passate, polpe, concentrato e pelati sotto le tendenze salutistiche che spingono alla ricerca dei superfood come l’ingrediente principale della dieta mediterranea che è riconosciuto essere un potente antiossidante. Una presenza importante che ha consentito all’Italia – secondo la Coldiretti – di collocarsi ai vertici della classifica “Bloomberg Global Health Index su 163 Paesi per la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale.
“La svendita di marchi italiani all’estero – ha concluso Crotti - ha spesso significato nell’agroalimentare lo svuotamento finanziario delle società acquisite, la delocalizzazione della produzione per chiusura di stabilimenti e gli acquisti delle materie prime all’estero con perdita di occupazione”.