“Ci sentiamo in dovere di intervenire su questo problema; perché si tratta di un tema che come Organizzazione ci sta particolarmente a cuore”; così il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi commenta l’indicazione della preside dell’Istituto Comprensivo di Monticelli e Caorso Manuela Bruschini, rispetto alla volontà di eliminare il Presepe a scuola per evitare ogni riferimento di carattere religioso.
“Coldiretti, prosegue il presidente è l’unica Organizzazione che “ispira la propria azione alla storia e ai principi della scuola cristiano-sociale” come cita l’articolo 1 del nostro Statuto”. E come imprenditori agricoli siamo anche assolutamente consapevoli del valore degli stranieri. Senza di loro la nostra campagna si fermerebbe, quindi riteniamo fondamentale il valore di una società multiculturale. Ma cancellare il presepe significherebbe cancellare la nostra identità. Perché di questo si tratta. Della storia degli ultimi duemila anni. Da lì parte tutto. La nascita di Gesù segna il passaggio. Non a caso si parla di avanti Cristo e dopo Cristo. Il Presepe, è il simbolo più elevato della famiglia, unità primaria di ogni società motore di tutte le forze del nostro agire conforto delle pene di ogni individuo e condivisione dei successi. Valori che perfettamente si esprimono nella rappresentazione del Presepe e di certo non possono davvero essere spazzati via dalla moda o dalla opinione personale di pochi benpensanti.
“Della stessa opinione il presidente della locale sezione Coldiretti, che è anche presidente del Consiglio di Istituto di Caorso Gianpiero Cremonesi. La religione, commenta Cremonesi, è un fatto assolutamente personale, ma la nostra ricchezza sta proprio nella possibilità che abbiamo di confronto e crescita con gli altri. Nel Presepe e nel Natale c’è socialità, amicizia, famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità e la condivisione. Sono questi i valori veri che stanno alla base della crescita di una società. Gli stessi valori che noi vogliamo trasferire ai nostri figli anche grazie alla scuola.”
Non dimentichiamo che “La stalla di Betlemme”, conclude don Stefano Segalini consigliere ecclesiastico di Coldiretti Piacenza, è il primo luogo della solidarietà con l’uomo, di un uomo con l’altro e di tutti con tutti, soprattutto con coloro, per i quali “non c’è posto nell’albergo”, ai quali non sono riconosciuti i propri diritti”. La prima lezione di solidarietà e di relazione inizia proprio a scuola e non è limitando la libertà che i bambini imparano a condividere ed accettare le diseguaglianze e le differenze”.
21 Novembre 2012
COLDIRETTI: NON POSSIAMO CANCELLARE LA NOSTRA IDENTITA