Il nuovo delegato Andrea Minardi (seduto) con gli altri 3 candidati alla carica di delegato (da sinistra in piedi Ghezzi Nicola, Risoli Filippo, Lavezzi Nicolò)
Il nuovo comitato Giovani Impresa
Andrea Minardi (al centro) con il Presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi e il delegato uscente Jonatha Risoli
E’ Andrea Minardi, ventotto anni di Besenzone il nuovo delegato di Giovani Impresa Piacenza. Laureto in Scienze Agrarie conduce, insieme al padre, un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo zootecnico suinicolo.
L’assemblea di stamattina, coordinata dal direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano ha visto gli interventi del delegato regionale Mattia dall’Olio, il quale ha sottolineato l’importanza per il settore agricolo che i giovani si impegnino nelle strutture economiche e nell’Organizzazione, guardando sempre di più fuori dai propri confini aziendali e puntando a promuovere il grande patrimonio del made in Italy rappresentato dall’enogastronomia.
“La vivacità di questo gruppo, ha ripreso il delegato uscente Jonatha Risoli, è evidenziata anche dal fatto che oggi avevamo quattro candidati per questa carica. E’ una grande opportunità e sono sicuro che la voglia di fare sarà la base su cui cominciare il nuovo mandato”.
Prima della proclamazione del nuovo delegato il saluto del presidente provinciale Luigi Bisi e del segretario regionale Alessio Scalas. Bisi ha invitato i giovani a farsi portatori e protagonisti di questa grande stagione rappresentata dal progetto della filiera agricola italiana, ed essere critici anche con la propria Organizzazione con l’obiettivo di puntare sempre alla crescita e alla centralità dell’agricoltura.
“Solo grazie all’agricoltura usciremo da questa crisi e noi giovani abbiamo la responsabilità di impegnarci per risollevare il Paese”. Queste le prime parole del nuovo delegato Andrea Minardi dopo aver ringraziato tutti i partecipanti e Coldiretti Piacenza per l’opportunità.
“Il mio primo obiettivo, ha proseguito il nuovo delegato, sarà la formazione e l’informazione; vogliamo sicuramente puntare sui giovani; d’altro canto, occorre anche evitare il rischio di pensare che l’unica soluzione sia un giovanilismo fine a se stesso. Continuare a privilegiare il criterio anagrafico, seppur rovesciato, non risolverebbe certo il problema. Ritengo che la vera soluzione sia quella di mettere assieme e valorizzare l’energia dei giovani e l’esperienza dei… meno giovani. E in questo sono convinto che le imprese agricole abbiano molto da insegnare alla classe dirigenziale del Paese. Le tante esperienze innovative e di successo che vengono dalle nostre campagne sono, infatti, il prodotto in primo luogo di un intelligente inserimento dei giovani nella conduzione dell’azienda. E saranno proprio questi esempi virtuosi che ci sono nelle nostre campagne che noi approfondiremo e svilupperemo attraverso un percorso sinergico di formazione. Questa è la nostra Italia che vogliamo”