7 Novembre 2018
COLDIRETTI: ETTORE PRANDINI ELETTO PRESIDENTE NAZIONALE

  COLDIRETTI: ETTORE PRANDINI ELETTO PRESIDENTE NAZIONALE
Tre i vicepresidenti, tra cui Nicola Bertinelli.
Da Piacenza il presidente Marco Crotti e il direttore Giovanni Luigi Cremonesi
 
Ettore Prandini, 46 anni, lombardo con tre figli, è il nuovo Presidente nazionale di Coldiretti. E’ stato eletto all’unanimità dall’Assemblea dei delegati di tutte le regioni riunita presso Palazzo Rospigliosi a Roma. Presenti Marco Crotti e Giovanni Luigi Cremonesi, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Piacenza.
Laureato in giurisprudenza, Prandini guida un’azienda zootecnica di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Dal 2006 è alla guida della Coldiretti Brescia mentre dal 2012 è al vertice della Coldiretti Lombardia. Dal 2013 è inoltre vice Presidente dell’Associazione Italiana Allevatori e Presidente dell’Istituto Sperimentale Italiano “L. Spallanzani”. E’ stato eletto Presidente nazionale di Coldiretti dopo aver ricoperto per quattro anni la carica di vice Presidente nazionale.
 
“In un momento così importante con sfide e cambiamenti per il nostro Paese, l’agroalimentare Made in Italy rappresenta una certezza da cui partire per far crescere economia ed occupazione ma anche per tutelare l’ambiente, il territorio e la sicurezza dei cittadini” spiega il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini e aggiunge “Gli agricoltori stanno facendo la loro parte ma possiamo e dobbiamo dare di più creando le condizioni per garantire reddito alle imprese, rilanciando un sistema in grado di offrire prezzi più giusti alla produzione, meno burocrazia e maggiore competitività, a partire da una politica di accordi di libero scambio che non penalizzino i nostri prodotti a livello internazionale fino a una legge comunitaria per l’etichettatura d’origine che garantisca vera trasparenza e libertà di scelta ai consumatori”.
 
 
Ettore Prandini sarà affiancato dalla nuova giunta confederale composta dai tre vice presidenti, Nicola Bertinelli (neoeletto alla guida di Coldiretti Emilia Romagna) e David Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania) oltre che da Maria Letizia Gardoni (Marche), Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno (Veneto), Savino Muraglia (Puglia) e Roberto Moncalvo (Piemonte). Si tratta della giunta più giovane di sempre con un’età media di 41 anni e 9 mesi, poco superiore a quella media dei presidenti delle Federazioni Coldiretti sul territorio che è di 43 anni e 10 mesi, anch’essa la più bassa della storia.
 
 
 
REPORT MALTEMPO IN ITALIA, COLDIRETTI: UN MILIARDO I DANNI  ALL’AGRICOLTURA
Aziende piacentine pesantemente colpite: si stimano danni fino a 4 milioni
 
La provincia piacentina è tra le più colpite in Emilia Romagna dall’ultima ondata di maltempo. Il forte vento che si è abbattuto, soprattutto nelle aree montane nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, ha provocato crolli di mura, capannoni, tettoie e tunnel. Il numero di aziende colpite continua a salire: circa 80 le segnalazioni raccolte dagli uffici zona di Coldiretti Piacenza, fino a 4 milioni di euro i danni stimati. E’ quanto emerge dal primo bilancio della Coldiretti nazionale che ha convocato la task force sull’emergenza maltempo in occasione dell’Assemblea elettiva della maggiore organizzazione degli agricoltori in Europa.  
In Italia, si concentra nelle campagne un terzo dei danni provocati dal maltempo con raffiche di vento, nubifragi, esondazioni, trombe d’aria e grandinate che hanno colpito pesantemente l’agricoltura e le foreste con un conto complessivo di circa un miliardo di euro tra ulivi secolari sradicati, boschi decimati, coltivazioni distrutte, semine perdute, campi allagati, muri crollati, serre abbattute, stalle ed edifici rurali scoperchiati e animali morti o dispersi, ma anche problemi alla viabilità provocati da frane e smottamenti.
Nel giro di un decennio il rincorrersi di eventi estremi causati dai cambiamenti climatici è costato all’agricoltura oltre 14 miliardi di euro tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne, anche a causa dell’incuria e dell’abbandono del territorio determinati da politiche carenti o sbagliate.
 
 
L’ultima ondata di maltempo ha provocato anche la strage di circa 14 milioni di alberi compromettendo l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica. Ad essere abbattuti sono stati soprattutto faggi ed abeti bianchi e rossi nei boschi dal Trentino all’Alto Adige, dal Veneto al Friuli dove nelle montagne - sottolinea la Coldiretti – la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge senza dimenticare gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sulla popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che popolano i boschi. 

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