QUOTE LATTE: COLDIRETTI NIENTE MULTE PER L’ITALIA
Apostoli, “Per il dopo quote, fondamentale l’indicazione d’origine”
L’Italia non ha superato il livello di quota latte assegnato dall’Unione Europea: niente multe perciò per gli allevatori italiani e nemmeno trattenute da parte degli acquirenti. Un successo in un contesto in cui molti Paesi grandi produttori di latte come Germania, Olanda, Danimarca, Irlanda, Austria e Polonia, hanno chiesto, tramite le loro Organizzazioni agricole, un aumento del quantitativo assegnato dal momento che le loro produzioni di latte hanno abbondantemente superato la quota produttiva: una vera ingiustizia alla quale solo Coldiretti si è opposta nell’interesse dei propri allevatori che vedono latte e prodotti caseari importati in Italia in prevalenza da questi paesi.
10.831 milioni di tonnellate, questa è la quantità di latte ceduto alle latterie dagli allevatori italiani, cifra al di sotto del quantitativo nazionale delle consegne di latte assegnato all’ Italia che è di 10,923 per l’annata.
“Anche quest’anno, come negli ultimi tre, afferma Fabio Minardi, presidente dell’Associazione Piacentina Latte, la produzione nazionale non ha splafonato dal tetto massimo assegnato dall’Unione Europea. Il merito è degli allevatori che hanno dimostrato di saper gestire i propri livelli produttivi con molta professionalità dando un segnale importante di stabilità della produzione fondamentale per ottenere la stabilizzazione dei prezzi.”
L'anno prossimo al 31 marzo cesserà il regime delle quote latte istituito nell’Unione Europea dai primi anni 80 per fronteggiare la sovrapproduzione di latte che però nel nostro paese copre appena il 65 % del fabbisogno nazionale con massicce importazioni di latte e prodotti succedanei che sta mettendo a serio rischio l’allevamento italiano della vacche da latte.
“Lo sforzo degli allevatori italiani, afferma Giorgio Apostoli, Capo Servizio Zootecnia della Confederazione Nazionale Coldiretti, è in parte vanificato dalle maggior produzioni dei Paesi Europei, il rischio dalle prossime campagne, di assistere ad un incremento sostanziale della produzione di latte in Europa, è dunque quanto mai reale; pertanto le produzioni non tutelate da nessuna menzione dell'origine del latte in etichetta saranno maggiormente esposte alla concorrenza del latte estero sicuramente più concorrenziale del nostro.”
Si rende necessaria dunque, una politica efficace che entri nel merito dell'evidenza dell'origine del latte nazionale anche per produzioni come mozzarella vaccina o altri formaggi venduti in larga scala in Italia. “A mio avviso, prosegue Apostoli, la difesa del latte italiano passerà attraverso queste politiche oltre che nell’etica e sostenibilità delle pratiche di allevamento e nell'uso di alimenti OGM free, cercando di produrre latte con un valore aggiunto atto alle diverse destinazioni casearie in modo da rendere la nostra produzione sempre più distintiva rispetto ai competitori europei e mondiali.”
“Parlare di cessazione delle quote latte, conclude Apostoli, senza parlare della certezza di indicazione obbligatoria dell'origine, oltre che di altre definizioni volontarie che entrano nella sfera dell'etica, della lotta serrata alla agro pirateria nel settore caseario, dell' istituzione e attivazione di vere “filiere agricole italiane”, potrebbe rappresentare, per gli allevatori italiani di bovine da latte, una grande problema.”
Un’ultima considerazione va alla straordinaria occasione dell’EXPO per far conoscere in tutto il mondo i grandi formaggi italiani DOP soprattutto in quei Paesi che hanno ampie fasce di popolazione sempre più abbienti perché saranno queste che potranno assicurare alle nuove leve di allevatori italiani il proprio futuro.
22 Maggio 2014
QUOTE LATTE: COLDIRETTI NIENTE MULTE PER L’ITALIA