4 Dicembre 2014
IMU: COLDIRETTI, “TASSA SU ALTITUDINE” DISCRIMINA I TERRENI

 IMU: COLDIRETTI, “TASSA SU ALTITUDINE” DISCRIMINA I TERRENI
FUGA DALLA MONTAGNA E RISCHIO DISSESTO
IN 20 ANNI SPARITE 36 MILA AZIENDE AGRICOLE IN EMILIA ROMAGNA

Con l’applicazione dell’Imu, si profila una fuga dalla collina e dalla montagna dell’Emilia Romagna pari e forse anche superiore a quella degli ultimi venti anni, quando hanno chiuso oltre 36 mila aziende agricole (–56%). Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna sulla base di elaborazioni di dati Istat dai quali risulta che in venti anni le aziende agricole che operavano nelle zone disagiate della regione sono passate dalle 63 mila del 1990 alle attuali 27 mila.
“Far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale, afferma Emanuele Gonsalvi, responsabile fiscale di Coldiretti Piacenza, introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario. L’aver fissato la scadenza del pagamento al 16 dicembre, rappresenta inoltre una grave violazione del principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente.”
L’incoerenza del criterio di calcolo genera tensioni sul territorio e rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina, dell’esenzione Imu.
I comuni che fino al 2013 erano esenti e che oggi si trovano a dover pagare l’imu sui terreni agricoli, ad eccezione di quelli posseduti da Imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti, sono Bettola, Caminata, Cortebrugnatella, Farini, Gropparello, Nibbiano, Ottone, Pecorara e Vernasca poiché le casa comunali di questi si trovano tra i 281 ed i 600 mt di altitudine.
“Beffa invece, prosegue Gonsalvi, per il comune di Bobbio che per soli 9 metri, (la casa municipale si trova infatti a 272 mt), rientra tra i comuni imponibili, esattamente come quelli della bassa. Peccato che in realtà i terreni si trovino ad altezze più elevate ed il medesimo agricoltore potrebbe dover pagare l’Imu sugli appezzamenti ricadenti nel comune di Bobbio ed usufruire contestualmente dell’esenzione per i terreni che, anche se dislocati a pochi metri di distanza, ricadono nel comune di Coli. Stessa sorte per i comuni di Castell’Arquato, Lugagnano, Piozzano e Ziano.”
Secondo elaborazioni di Coldiretti un’azienda di un imprenditore coltivatore diretto con una media di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco, nelle zone collinari e montane dovrà pagare mediamente un’Imu di 1.500 euro all’anno.
“L’Imu così come applicata dal decreto attuativo, afferma poi Massimo Albano, direttore Coldiretti Piacenza, spingerà molte aziende a chiudere i battenti, provocando un ulteriore spopolamento in un territorio, quello di collina e montagna, dove gli imprenditori agricoli sono le sentinelle del territorio e costituiscono un presidio per cercare di prevenire il dissesto idrogeologico che proprio in questi giorni è sotto gli occhi di tutti.”
“Si tratta, conclude Albano, di un aggravio di costi insostenibile e per di più fonte di storture inaccettabili. E’ bene ricordare che la fuga dalla montagna provocata anche da queste scelte di politica fiscale provocherà danni molto più costosi dei buchi di bilancio che si vorrebbero coprire”.

Nella foto: Emanuele Gonsalvi, responsabile Caf Coldiretti Piacenza e Massimo Albano, Direttore Coldiretti Piacenza
Coldiretti Piacenza autorizza la libera e gratuita pubblicazione delle immagini
Per approfondimenti:
Martina Azzali
Ufficio Relazioni Esterne Coldiretti Piacenza – 333/3246494

 

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