22 Ottobre 2013
PANE PIACENTINO: GARANZIA DI SICUREZZA ALIMENTARE

Quasi otto italiani su dieci (78 per cento) hanno tagliato  sulla spesa per il pane, con il 42 per cento dei cittadini che nel 2013 ha ridotto le quantità acquistate mentre il 36 per cento si è orientato verso tipi meno costosi, è quanto emerge dallo studio “Il pane quotidiano nel tempo delle rinunce” presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio sulla base dell’indagine elaborata insieme a IXE’. Ebbene si,tempi duri per l’alimento più povero di tutti, farina e acqua, ma che in se racchiude anni e anni di tradizioni italiane.
Ma a minare ulteriormente il consumo di questo bene vi sono, oltre agli effetti della crisi, gli incrementi record della contraffazione, basti pensare al blitz dei Carabinieri del nucleo provinciale di Napoli  che ha messo i sigilli a 17 forni clandestini nel corso di un'operazione a tutela della sicurezza alimentare che ha portato al sequestro di 3200 chilogrammi di pane "illegale" prodotto dai clan della camorra. Pane prodotto con farine di scarto, in ambienti malsani come scantinati di tufo marcito e cotti in forni alimentati con la legna delle pedane, a diretto contatto con chiodi, vernici e chissà quale altra sostanza.Questo non può essere il “pane quotidiano”, e non lo deve diventare.
Insomma, il quadro per questo alimento a livello nazionale è tutto fuorché positivo, soprattutto se valutiamo il ruolo che questo alimento ha rappresentato per anni nella nostra cultura alimentare, sfamando generazioni intere diventando simbolo di civiltà.
A Piacenza, per fortuna i rischi di contraffazione e di inaccessibilità data dal prezzosono notevolmente diminuiti grazie al Pane Piacentino, esposto, insieme ai Batarò Deco di Nibbiano, in occasione del XIIIForum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, dove è stata aperta la prima mostra dinamica con l’esposizione di tutti i pani tradizionali regione per regione.
“Il Pane Piacentino, ovvero quel pane frutto di una filiera piacentina, afferma Luigi Bisi Presidente di Coldiretti Piacenza presente insieme ad altri dirigenti piacentini a Cernobbio, è uno dei fiori all’occhiello di Coldiretti, che ha promosso questo progetto per garantire un prodotto dall’origine certificata dal grano al prodotto finito, con una ricetta messa a punto dall’Associazione Panificatori per conservare quell’autenticità, quel sapore, quel legame con il territorio, unici e irriproducibili, difficili da falsificare.”
“In questi tempi di crisi il nostro Pane Piacentino, afferma Simone Tosca presidente dell’Associazione Panificatori di Piacenza, abbiamo creduto ed investito in questo progetto fin dal suo esordio, è una sicurezza alimentare, una garanzia di genuinità per i nostri clienti, un impegno nei confronti dell’economia locale, un barlume di verità in mezzo a quei pani industriali ottenuti dalla cottura di impasti surgelati spesso importati dall’estero senza le necessarie garanzie qualitative. Noi garantiamo provenienza e qualità, e questo ci rende panificatori veri di un impasto risorsa per tutta la società.”
“Il pane, conclude Bisi, deve tornare a rappresentare per tutti noi una possibilità di alimentazione,non possiamo lasciare chela crisi o le contraffazioni minino la nostra identità e le nostre tradizioni alimentari, quelle tradizioni semplici e locali, quei valori di convivialità che invadono l’aria quando spezziamo il pane, quando condividiamo quel gesto tipicamente italiano di cui le nostre origini sono intrise. Con la filiera del Pane Piacentino tutte questo è ancora possibile.”

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