“La proposta di riforma della Politica agricola varata dalla Commissione Europea non premia gli agricoltori attivi ma coloro che hanno tanta terra e non ci fanno niente”. Con queste parole il vice presidente nazionale di Coldiretti Mauro Tonello ha aperto il suo intervento al convegno organizzato nei giorni scorsi a Castell’Arquato da Coldiretti Piacenza sul tema “vino, cultura, consumo salute”.
“Rispetto alla globalizzazione, ha proseguito Tonello, sono mancate regole che invece devono esserci e proprio ora che è il momento di decidere i contributi previsti dalla nuova Pac, l’Europa sta scegliendo una strada che non premia la vera agricoltura”.
“Invece di definire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno, ha ribadito il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, il testo varato dalla Commissione li definisce solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti”. Con questa riforma, paghiamo il prezzo di una storica assenza dell’Italia nelle sedi comunitarie nei momenti in cui si prendono le decisioni importanti. In Europa, ha sottolineato il presidente piacentino, si è abituati a decidere con largo anticipo e non come da noi dove affrontiamo i problemi giorno per giorno dopo che si sono verificati. Con questo atteggiamento miope in Europa, l’Italia ha sempre perso nel passato, perde oggi con questa riforma e, se non cambierà comportamento, continuerà a perdere nel futuro”.
“Una situazione inaccettabile, ha continuato Bisi e siamo pronti a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma più equa e giusta, visto che si prospetta per l’Italia una trattativa tutta in salita”.
In gioco ci sono circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi sette anni ma, soprattutto, il futuro di oltre 17 milioni di ettari di terreno coltivato dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e competitività al Made in Italy nel mondo. “Siamo convinti, ha concluso Bisi, che in un momento di forte crisi economica, le risorse andrebbero, infatti, indirizzate verso un’agricoltura che dà risposte in termini di competitività, occupazione, sicurezza alimentare e soprattutto verso chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive. Dobbiamo riconoscere la funzione sociale dell’agricoltura e permettere a chi si trova sul territorio di restarci ricavando un reddito adeguato dal proprio lavoro.”
Il testo varato dalla Commissione premia invece le rendite e le dimensioni anziché il lavoro, la qualità e la produzione di cibo sano. Oltre a ciò, la proposta prevede una riduzione del budget (il 6 per cento, pari a circa 285 milioni di euro in meno all'anno) che l’Italia non merita affatto visto e considerato che in questo modo aumenterà in modo significativo il divario tra le risorse che il nostro Paese versa all’Unione Europea e quello che recupera attraverso la Politica agricola.
29 Ottobre 2011
COLDIRETTI: QUESTA PAC NON PREMIA LA VERA AGRICOLTURA