<< si prevede una flessione produttiva rispetto al 2020, ma la qualità rimane caratteristica strategica del territorio piacentino>>
La campagna del pomodoro è un vero rito per la nostra provincia che ritorna ogni anno, presentandosi con mille sfaccettature. Fondamentale sia pe l’importanza economica di questo comparto e sia per la qualità del prodotto ottenuto. La storia della nostra regione consegna una realtà che ad oggi vanta una coltivazione di circa 25.500 mila ettari di cui più di 10mila solo nel piacentino. Piacenza infatti è seconda solo a Foggia per numero di ettari coltivati. Per quest’anno si profila una buona campagna con una qualità molto buona, per contro si prevede una lieve flessione quantitativa. I dati sul pomodoro da industria nella provincia di Piacenza parlano di un comparto che vede su Piacenza una coltivazione per 10.643 contro i 10.025 del 2020.
Una crescita rispetto allo scorso anno che tuttavia, presenta le sue insidie dopo una conclusione difficoltosa dei trapianti a fasi climatiche altalenanti tra periodi di freddo e periodi di siccità che hanno danneggiato alcune parti di coltivazione.<< La scarsità idrica mista alla siccità e al vento forte hanno messo in crisi le piante che nonostante le irrigazioni anche notturne, per evitare la evapotraspirazione, è stato difficile garantire il minimo vitale per la pianta>> commenta Mattia Brambilla titolare dell’Azienda Agricola Brambilla a Villanova, associato di Coldiretti Piacenza. Sparuti problemi di ‘marciume apicale’ per il troppo caldo mentre il forte vento delle scorse settimane che ha causato cascole fiorali anticipate. Non sono mancati accorgimenti fitosanitari per contrastare il problema del ragnetto rosso, che e stato contenuto grazie a interventi tempestivi
<< Abbiamo dovuto intervenire per tempo, è un problema che abbiamo tutti gli anni e che purtroppo ci obbliga a stare in guardia con trattamenti disciplinari previsti dall’Emilia Romagna, ma ce la siamo cavata bene tenendo tutto sotto controllo>> spiega Enrico Varani associato Coldiretti e Ainpo, da questo punto di vista il pomodoro non ha subito danni qualitativi. Mentre per quanto riguarda l’ irrigazione per ora non si sono verificate particolari criticità anche se le preoccupazioni permangono sia per la vallata del nure che per le altre vallate piacentine.
Il 24 febbraio scorso è stato raggiunto l'accordo sul prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia della campagna 2021: 92 euro a tonnellata. Secondo Coldiretti il prezzo non soddisfa e non basterà per garantire la redditività delle imprese, per il futuro non basterà più accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia, è indispensabile avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito.
Un nuovo progetto che ponga le basi per il futuro di questo comparto, con la Coldiretti sempre pronta a dare il suo contributo per progetti veri, di valore, nell’interesse della filiera e del reddito degli agricoltori.