Corrono tempi duri per il comparto vitivinicolo piacentino. Dopo il 2020, che per le aziende vitivinicole associate a Coldiretti Piacenza si è concluso con un calo di fatturato del 15%, anche il 2021 è iniziato in salita.
«Il nostro è un settore duramente provato dalla chiusura del canale Ho.re.ca. e dalle limitazioni agli spostamenti provocate dalla zona rossa, con la conseguente impossibilità di contare sulla ristorazione e sulla vendita diretta in cantina», afferma Katia Berni dell’azienda agricola Molinelli Vini, a Ziano Piacentino. Una situazione di instabilità e incertezza diffusa – rileva Coldiretti Piacenza – che si protrae ormai da mesi e che non aiuta certo i produttori piacentini, abituati a rifornire con i loro vini d’alta fascia la ristorazione, oltre che a organizzare degustazioni per la vendita diretta in cantina.
Un ulteriore colpo, adesso – evidenzia Coldiretti Piacenza – arriva dalle nuove politiche che si fanno strada a livello europeo: in particolare la possibile introduzione, da parte della Commissione europea, di allarmi per la salute sulle etichette delle bevande alcoliche, nell’ambito dell’attività di prevenzione del nuovo “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei”. Un rischio – evidenzia Coldiretti Piacenza – a cui si affianca quello dell’eliminazione del vino e della birra dai programmi di promozione dei prodotti agroalimentari. Il testo approvato prevede infatti che la Commissione “proporrà un’indicazione obbligatoria della lista degli ingredienti e delle indicazioni nutrizionali sulle bevande alcoliche entro la fine del 2022 e degli allarmi salutistici entro la fine del 2023” rivedendo anche la “politica di promozione sulle bevande alcoliche”.
«È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione alcolica, come la birra e il vino, emblemi in Italia di uno stile di vita “lento” e attento all’equilibrio psico-fisico», commenta Berni. «Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini – prosegue – non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate». L’equilibrio nutrizionale – evidenzia Coldiretti Piacenza – va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto.
«Parliamo di un settore già duramente provato dalle restrizioni alla socialità con cui dobbiamo convivere ormai da più di un anno», sottolinea Berni. «Le nuove politiche rischiano di penalizzarlo ulteriormente e ingiustamente: basti pensare che, come emerge da un sondaggio svolto di recente da Coldiretti, quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno, se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette».