Le inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare nel 2009 sono costate alle tasche degli italiani e alle imprese agricole oltre 7 miliardi di euro con un aumento dei prezzi per i prodotti alimentari dell’1,8 per cento nel 2009, un punto percentuale superiore alla media generale dell'inflazione, nonostante il forte calo dell’11 per cento nei prezzi delle materie prime agricole, che sta provocando la chiusura delle aziende.
E’ quanto emerge dall’analisi presentata dalla Coldiretti all’incontro alla Fieragricola di Verona “Crisi globale: come ne esce l'agricoltura?”
Un segnale di ripresa per la nostra agricoltura italiana può esserci, ma solo a patto che cessino le speculazione dei prezzi lungo la filiera e si ponga un definitivo freno alle importazioni selvagge di prodotti dall’estero, meno costosi, ma sicuramente inferiori per qualità a quella italiana. Un messaggio forte scaturito dal convegno al quale hanno partecipato il Ministro Luca Zaia, il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti, l’economista Fabrizio De Filippis ed il presidente del consiglio di sorveglianza della Holding Consorzi agrari d’Italia, Pierluigi Guarise, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale Coldiretti Sergio Marini. Tra gli oltre duemila partecipanti alla convention indetta da Coldiretti, era presente una folta delegazione piacentina con i rappresentanti delle strutture economiche del territorio, i funzionari ed soci guidati dal presidente Luigi Bisi e dal direttore Giovanni Roncalli.
Immediato e concreto come sempre il Ministro Zaia che ha detto di ''intravedere una luce all'orizzonte sul fronte dei prezzi, nonché una ripresa dei consumi e dei ricavi agricoli, ma la vera sfida, ha riconosciuto, non è tanto quella di far fronte ai costi di produzione per i quali non si può certo competere con Cina o India, ma puntando sulla qualità certificata dall'etichetta obbligatoria di origine per tutti i prodotti ed a maggior ragione contro ogni omologazione che uccide l’identità.
“Dunque la presenza del Ministro e le sue parole, così come quelle successive di Trefiletti sulla necessità di accorciare la filiera, commenta soddisfatto Luigi Bisi, hanno confermato l’autorevolezza di Coldiretti e di tutto il percorso che stiamo tutti insieme attuando per la valorizzazione del Made in Italy.
Nelle sue conclusioni, ha sottolineato Bisi, il presidente Marini ha confermato che la situazione di difficoltà del settore non dipende solo dalla crisi generale ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori.
Siamo però la principale organizzazione agricola in Italia ed in Europa e per questo che- abbiamo il dovere di accompagnare la protesta con una proposta concreta di lungo periodo perché siamo consapevoli che le norme della politica sono necessarie, ma non sufficienti a garantire in futuro un reddito adeguato agli agricoltori. Questo stiamo facendo, rimboccandoci le maniche con il nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l'offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo”.
LA TOP TEN DEI RICARICHI DAL CAMPO ALLA TAVOLA NEL 2009
Prodotto Aumento percentuale
Pane 1745,4%
Carote 1050,0%
pasta 490,3%
Uva da tavola 421,7%
Radicchio 389,6%
Limoni 374,4%
Clementine 372,1%
Finocchi 368,8%
Arance 364,3%
Mandarini 350,0%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
6 Febbraio 2010
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