21 Aprile 2021
Coldiretti, con gli sbalzi termici è s.o.s. api: a rischio il raccolto di acacia

Preoccupazione soprattutto nelle zone di Vernasca, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni

È s.o.s. api: come evidenzia Coldiretti Piacenza, l’inverno caldo e la primavera caratterizzata da gelate hanno creato nella nostra provincia gravi problemi agli alveari. Riccardo Redoglia, presidente di APAP (Associazione Provinciale Apicoltori Piacentini), spiega: «Le anomale gelate che si sono registrate nella settimana successiva alla Pasqua hanno colpito le piante da frutta in piena fioritura, in particolare le acacie. Temiamo che il raccolto possa subire un taglio produttivo consistente, in alcuni casi anche totale. Il gelo, infatti, ha colpito le piante in un momento di sviluppo già avanzato, danneggiando molti germogli, da cui non si apriranno i fiori». Notevoli danni sono stati segnalati in particolare nelle zone di Vernasca, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni. «Purtroppo anche le piante che in apparenza non hanno subìto danni potrebbero aver risentito sensibilmente di questi sbalzi di temperatura, con eventuali ripercussioni valutabili solo in fase di fioritura e produzione», aggiunge Redoglia.

A questa situazione già di per sé critica si aggiunge un altro problema provocato dal periodo freddo che ha contraddistinto la nostra provincia circa due settimane fa. «Le api non volano sotto i 10°C – spiega Redoglia – quindi in quei giorni di temperature basse, di gran lunga al di sotto della media, hanno consumato le scorte create nelle settimane precedenti grazie al tempo favorevole. L’interruzione del flusso di nettare ha messo a rischio gli alveari per la mancanza di cibo e ha obbligato le api ad attingere, per la nutrizione delle larve in fase di sviluppo presenti nelle ampie porzioni di covata già costituite, alle riserve di miele accumulate in precedenza. La conseguenza è che ora i nidi sono scarsi di nutrimento; al di là della perdita di produzione, il rischio concreto è l’indebolimento delle famiglie a causa dell’interruzione dell’attività di deposizione delle regine dovuta al freddo». Una situazione di grande incertezza a cui si sommano gli interrogativi sull’andamento meteorologico delle prossime settimane.

Le difficoltà delle api – sottolinea Coldiretti Piacenza – sono un pericolo grave per la biodiversità, perché le api sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape – precisa Coldiretti Piacenza – visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Tre colture alimentari su quattro, inoltre, dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api.

Il danno ambientale ed economico che si trova a subire l’apicoltura si colloca in una situazione caratterizzata dall’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nel 2020. Sugli scaffali dei supermercati italiani, però, già più di un vasetto di miele su due viene dall’estero, come sottolinea Coldiretti Piacenza. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta – consiglia Coldiretti Piacenza – oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina), è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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